Bologna, 14 dicembre 2024 – L’attenzione o quanto meno la curiosità per temi come la biodiversità e gli ecosistemi sta allargando i propri orizzonti. E anche attraverso questa lente di osservazione, il cavallo trova uno spazio degno di nota. Soprattutto quando i primi attori di questo capitolo sono esemplari avvolti dal grande fascino un po’ misterioso della storia.
Scoperto, estinto, ri-allevato, tutelato… Il cavallo di Przewalski è il custode del DNA del nonno dei moderni cavalli. O almeno di buona parte di esso. E proprio per i segreti che ancora cela la sua evoluzione gli si riserva sempre grande attenzione.
Secondo quanto riportato dalle agenzie di informazione della Repubblica del Kirghizistan, lo zoo di Praga e l’Amministrazione dell’area protetta di Numrug, in Mongolia, hanno recentemente siglato un accordo per reinserire i ‘takhi’ nel loro habitat naturale. E i ‘takhi’ altro non sono se non degli esemplari di Przewalski.
Il protocollo ambisce a promuovere l’insediamento, nell’area della provincia del Domon, di una popolazione di questi antichissimi cavalli in grado di autosostentarsi.
Tra i propri obiettivi il progetto ha quello di monitorare l’adattamento dei cavalli nell’ambiente, lo studio dei loro schemi di riproduzione, l’impatto sull’ecosistema e la salvaguardia della biodiversità e dell’equilibrio dell’ecosistema nel Numrug.
«Per più di un decennio, lo zoo di Praga ha lavorato, con successo, sul reinserimento dei cavalli Przewalski allo stato brado in Mongolia – ha dichiarato l’ambasciatore Ceco in Mongolia. – Con la firma di questo nuovo protocollo, una nuova location, questa volta in un’area a est chiamata Valle dei Monasteri, si aggiunge al Parco Nazionale del Khustai (Mongolia centrale) e al Parco Nazionale Khomiin Tal, a ovest».
E intanto che gli studiosi osservano e studiano, agli Przewalski auguriamo buona permanenza.